SCHEDA VALUTAZIONE CORTEO STORICO
PORTA SAN DONATO
VOTO COLLEGIALE
DATA: 29/09/2018
VOTO: VENTINOVE
MOTIVAZIONE / CONSIGLI
Ottima coerenza narrativa, forte impatto drammaturgico; molto buona la coerenza storica. Il racconto si dipana con leggerezza in un climax ascendente dalla miseria all’ opulenza, esprimendo anche una sottile vena ironica, con una piena rispondenza rispetto alla sensibilità dell’epoca. Si riconosce una grande ricerca figurativa con vari elementi di invenzione che non incrinano l’aderenza filologica. Assolutamente straordinaria l’introduzione.
SCENOGRAFIA – STEFANO SOCCI
VOTO 10
MOTIVAZIONE:
Molto varia e assolutamente convincente la narrazione, che risulta fortemente omogenea e, cosa ancora più apprezzabile, presenta situazioni teatrali in fluida e ironica interazione. Apprezzabile anche la vena ironica che percorre il racconto dall’inizio, molto bello e struggente, fino alla gioiosa conclusione. L’inizio – la miseria – è particolarmente intenso e coinvolgente: qui il costume diventa scenografia compiuta.
COSTUMI – LUCA CASTIGLIOLO
VOTO 10
MOTIVAZIONE:
Costumi perfettamente attinenti al tema della rappresentazione. Gli elementi di fantasia si fondono in maniera convincente con quelli dell’iconografia classica del XV secolo. Particolarmente geniale i copricapi, a partire da quelli dell’apertura nella carestia, capaci di diventare una vera e propria scenografia. L’uso di frutta, verdura e altri cibi veri nella realizzazione di maschere e copricapi è particolarmente riuscito. Lo spirito del XV secolo è stato rappresentato perfettamente anche da figure come la morte nera a cavallo, di grande impatto emotivo.
STORICITA’ – TOMMASO DI CARPEGNA FALCONIERI
VOTO 9
MOTIVAZIONI:
Il racconto che si dipana nel corteo appare di grande efficacia narrativa e di notevole aderenza alle categorie culturali basso-medievali: La morte e la vita, la fame e l’abbondanza. Alcune immagine rappresentate, come la morte a cavallo, rispecchiano una ben testimoniata tradizione; altre (Sopratutto gli armati verso l’inizio corteo) appaiono meno riuscite, in quanto aderenti piuttosto ad un cliché interpretativo del medioevo che è in realtà debitore in gran parte di apporti cinque/seicenteschi.